giovedì 17 dicembre 2009

Trains + luggage + snow= Impossible is nothing!

Ci sono delle giornate che, nella vita, ti sorprendono. Per quanto tu possa programmarle, ci sarà sempre qualcosa alla quale non sei pronta, qualcosa che non ti aspetti. Oggi, 17 dicembre 2009 (ah, ecco, è il 17!), è stata una di quelle giornate. Per qualcuno è cominciata con l'impacchettamento dei regali. Per un'altra con un treno con un'ora di ritardo che la costringe a prendere la macchina. Per qualcuno con il prepararsi per una lezione che non si aspetta sarà particolarmente breve. Per me è cominciata con un treno e il sogno di tartufini cioccolatosi. Eppure c'erano degli indizi che ci dicevano che questa giornata sarebbe stata turbolenta. Indizio numero 1- A lezione (cominciata con 20 minuti di ritardo) scopriamo dell'esistenza di un manuale OBBLIGATORIO! Meno male, Cinzia, che ce l'hai detto...l'ultimo giorno! Indizio 2-La sig.na Baldini è in ritardo, non ci siamo, la Laura sbotta, poi si rende conto che abbiamo un'eternità di tempo e si calma. Indizio 3- Alla mensa la Laura ricorda che non ha i soldi del parcheggio, ma si offre di portarci alla stazione. Oh, brava, abbiamo anche le valigie. La Rò ha solo due euro. La Chiara "non c'ha soldi". Ci penso io. Indizio 4- Alla ricerca del libro perduto. Ma dov'è? Prendi la scala! No, quella più grande! Ma tanto non c'è! Ma quel tipo cosa ha detto? E chi lo sa, non ho capito una parola! Conclusione, il libro NON si trova. Indizio 5-Nell'attesa della preparazione per il viaggio, scopriamo l'esistenza della coinquilina-fantasma. C'è o non c'è? E' forse un ectoplasma? Non c'è problema, al limite chiamiamo un'esorcista. Indizio 6-Raggiungere la facoltà x la lezione di portoghese è problematico. Si inciampa in ogni dove, nel pavè pisano! Ma finalmente una buona notizia, abbiamo trovato il libro! Vai a ritirare Rò, che siamo senza soldi. Indizio 7-Usciamo dalla facoltà raggianti e con tutto il necessario. Comincia a nevicare. Indizio 8-Troviamo il parcheggio, brividi, non si trova il gettone! Paghiamo, nella Panda ci sta una sola valigia, l'altra la dovrai tenere in mano. Saliamo. Ehi tu, cara city bang bang, in velocità ci porterai...Impavida, senza cintura e con mille borse, cerco con lo sguardo il sorriso rassicurante della Rò. Scorgo una testa di riccioli e una valigia. A vederla così sembra il Cugino It. Arrivate. Ciao Laura, guai a te se pacchi sabato. Indizio 9- Facciamo il biglietto. La macchinetta non prende gli spiccioli. E nemmeno le banconote. ?????? Panico. La Chiara è contrariata. C'è un treno in arrivo al binario 2L. Le valigie non sono pesanti, sono dei macigni. Lo prendiamo al volo. Abbiamo 7 minuti per arrivare a centrale, fare il biglietto, e caricare noi e le valigie sul treno per casa. Non ce la faremo mai. Ecco qui, gli indizi finiscono. Qui la situazione è girata. Mi abbasso il cappuccio. Sia fatta la luce! Ecco il sorrisone rassicurante della Rò...Mi ricordo che è per questo che è fantastica. Mi guarda, io guardo la Chiara che sbuffa. E' distrutta. Ci guardiamo di nuovo ed esplodiamo a ridere. "Se finisce bene, un post nel blog a questa giornata non lo leva nessuno!". Scendiamo. Vai Chiara, fai il biglietto e noi andiamo al binario. Ci penso io al tuo bagaglio. Faccio le scale e rido. La Rò ride. Dai valigia, sono solo tre scalini ce la facciamo. Arriviamo al binario. Sorvoliamo sulle battute ironiche di un controllore che non fa ridere. Arriva la Chiara. Saliamo sul treno. Ce l'abbiamo fatta. Yuhu! "Sai Rò, con tutto quello che stava succedendo sei stata impassibile"..."Per forza, cosa dovevo fare?" Ha ragione...Mi ricordo che è per questo che la adoro. Guardo la Chiara, ridiamo. Se abbiamo preso questo treno, allora possiamo fare qualsiasi cosa. Se abbiamo preso questo treno vuol dire che siamo stratosferiche. Vado a casa. Mi riposo e, come promesso, scrivo. Mi viene solo da dire che, con queste signorine qua, impossible is nothing!

martedì 15 dicembre 2009

Letter to Claude Monet

Caro Claude,
Ci sono due cose che rendono il fatto che ti stia scrivendo inquietante: il primo è che sei morto (e, credimi, la cosa mi dispiace immensamente perché avrei tanto voluto conoscerti), e la seconda è che ti sto scrivendo io che ho notoriamente la sensibilità artistica di un bradipo col raffreddore. Ma sentivo il bisogno di parlarti. La prima volta che mi sono interessata a un quadro è stata quando, in seconda superiore, la nostra professoressa di Storia dell'Arte, ha mostrato alla classe (in diapositive!) i 100 dipinti più belli della storia dell'umanità. Non ti dico che sbadigli! Senza offesa, ma certi sono delle cose insostenibili. Cosa si era fumato Dalì quando ha disegnato tutti quegli orologi che si sciolgono? E la stanza di Van Gogh? Sembra uno dei "dipinti" che faccio io, e il che è tutto dire. E anche te non sei da meno, ma dico non c'avevi altro da fare che dipingere la Cattedrale di Rouen a TUTTI gli orari del giorno? Però devo ammettere che poi ti sei riscattato. In mezzo a tutti quei bei disegni, che avevano provocato al massimo sbadigli, alla posizione numero 12, ecco sbucare una meraviglia. Intendiamoci, non che questo tuo ponte giapponese mi sconvolga l'animo, tutt'altro. Mi mette l'anima in pace. Mi fa sentire come se fossi in grado di poter fare qualsiasi cosa; una sensazione di pace assoluta, di felicità.

Chissà se nella tua Francia impressionista sapevi cosa erano le coincidenze. E se lo sapevi, chissà se ci credevi, se secondo te esistono. Sul dizionario c'è scritto che la parola coincidenza è sinonimo di consonanza, uguaglianza. Ora la sensazione di quel quadro me la danno anche altre cose. Per esempio, il rumore della pioggia quando sono nel letto caldo, guardare le stelle d'estate e il rumore delle onde. E la voce umana. O meglio, alcune voci umane. A cominciare da quella del parroco che mi ha dato la comunione. Non sai che felicità era, confessare i miei peccati! ^^. Adesso c'è un'altra persona che quando mi racconta le sue (dis)avventure mi tranquillizza. E lo fa anche e sopratutto quando sono arrabbiata. E' una mia carissima amica. E pensa che storia dell'arte è la sua favourite subject. E pensa che il suo quadro preferito l'hai fatto tu. Cosa dici, sarà una coincidenza? Mentre penso a questa domanda ti ringrazio, perché questo quadro è una delle cose più belle che abbia mai visto. Come la pioggia. Come le stelle. Come il mare. Come l'amicizia. Allora, cosa pensi, Claude? Coincidenze? Si. Senza dubbio.

Yours faithfully,

Ale Dory Lovegood

giovedì 3 dicembre 2009

Presents are not a MUST

Arriva tutti gli anni. Implacabile e inesorabile. No, non è l'influenza. E' il Natale. E col Natale arrivano delle domande. Ma Tizio me lo farà il regalo? Ma i soldi mi basteranno? E se questo non gli piace? Ma vorrà un biglietto serio o una stupidaggine? E se mi fa il regalo e io non me lo aspetto? Ma ai parenti ci pensa la mamma no? Tanto basta il pensiero, no? I saggi dicevano che a caval donato non si guarda in bocca, vero? E queste sono le domande che capitano quando va bene. Non nascondiamoci, il Natale è un gran casino. Sopratutto perché ci sono delle persone alle quali VUOI fare il regalo. E allora ti metti a cercare e a cercare la cosa più adatta, quella che desiderano da una vita, quella originale. Consulti amici, parenti, fidanzati...e speri che i soldi bastino. Poi arriva il fatidico momento. Scarti il regalo. Sei in ansia, nn hai la + pallida idea di cosa sia. Il cuore va a duemila. E cominci a pensare. Ci tieni davvero. E se non ti piace? "E' stupendo, grazie...Ma, cavolo, NON DOVEVI!". E se invece ti piace? E' un casino. Perché la risposta è la stessa. "E' stupendo/meraviglioso/bellissimo, grazie...Ma, cavolo, NON DOVEVI!". Ed è una grossa verità che non doveva. Nessuno gli ha detto che DOVEVA farlo. Però POTEVA. E l'ha fatto. Alla fine ruota tutto intorno a questo. E' una persona che ha scelto di farti un regalo, di fare qualcosa (scelta del regalo, soldi del regalo, biglietto) per qualcun'altro. E' generosità. Potevo e volevo farlo. Perché alla fine i regali servono solo a una cosa: ringraziare una persona di essere nella nostra vita tutti i giorni. E allora ci rifletti. Non te ne frega un'acca del regalo. Solo di chi te lo fa. Solo della persona che è li e te lo porge e che c'è perché può e vuole e non perché deve. I pensieri vanno via, e lo apri. Sorridi. Ti piace da morire. Anche se è lo stesso tutti gli anni. Anche se non hai ricambiato come si conviene. Guardi chi te l'ha dato. C'è ed è lì. "E' fantastico...Grazie...e, cavolo, non dovevi.". E' un regalo. E' Natale. E' tutti i giorni.

Yours faithfully,

Ale Dory Lovegood