giovedì 11 marzo 2010

Making a wish

Esprimere un desiderio. E' un'azione che dura pochi attimi, sono dei secondi alla fine. Mi è successo proprio ieri e la colpa è di una curiosa leggenda secondo la quale quando ti cade una ciglia, devi prenderla tra due dita, esprimere un desiderio e indovinare su quale dito rimarrà. Se indovinerai, il desiderio ovviamente si avvererà. Così, la mia amica ha preso in mano la ciglia caduta e ha eseguito la procedura. Ci sono un sacco di superstizioni (alle quali non ho mai creduto) che riguardano i desideri. Per esempio, quando ero piccola, mia madre mi diceva di esprimere un desiderio ogni volta che con la macchina eravamo sotto un ponte sopra il quale stava passando un treno in corsa. C'è poi la leggenda secondo la quale prima di spegnere le candeline del compleanno si deve esprimere un desiderio, e quella del "soffione" ovvero di farlo soffiando via i petali del fiore nella foto. C'è poi la stupenda, bellissima, meravigliosa notte di San Lorenzo e la disperata caccia alla stella cadente portatrice di speranza. Io, che tengo a sottolineare di NON essere superstiziosa, ho sempre eseguito ognuna di queste azioni. Davanti alla candelina del compleanno, per esempio, esprimo lo stesso desiderio tutti gli anni. Ma la domanda che mi sono sempre posta è: cosa avviene se il desiderio si avvera? E se non lo facesse? Non c'ho mai pensato, perché i miei sono desideri con scadenza a lungo termine, che in genere implicano parole quali "per sempre" o "mai". Alla fine i desideri sono come i sogni, intesi sia come obiettivo realizzabile nella vita sia come quello che si fa durante la notte. Sono la stessa cosa. Per entrambi ci vuole il mix perfetto di speranza, volontà e determinazione. Ma torniamo alla mia ciglia. Ho espresso il desiderio e ho indovinato il dito. Se si avvererà me lo dirà solo il tempo. Nell'attesa rimango in questo paese delle Meraviglie che mi sono faticosamente creata, con i miei alti e bassi, le mie ciglia cadute, i miei libri da leggere, le mie candeline da spegnere e la considerazione che aveva ragione Cenerentola (si, anche nella scelta della principessa ideale c'ha azzeccato quell'altra) a dire che i sogni son desideri. Quale desiderio ho espresso? Non si dice, porta male. Fortuna che non sono superstiziosa.

From Wonderland,
Yours faithfully,

Sandra (per questa volta...)

venerdì 5 marzo 2010

Doors and rooms


La porta è socchiusa. In quella stanza ci sei entrata cento volte, la conosci come le tue tasche, sai della gioia, grandissima che ti ha dato tinteggiare le pareti, montare l'armadio, personalizzarla. Lì dentro hai pianto, riso, hai giocato e hai studiato. Poi esci, perché DEVI uscirne, è la vita che ti porta a farlo. Uscendo, lasci la porta socchiusa. E allora passi davanti a un'altra stanza. Trovi le chiavi già sulla serratura e le giri. Hai quasi paura ad abbassare la maniglia. Non sai cosa troverai, ma la vita è anche questo, rischiare. Piano piano entra la luce, e ti trovi davanti a quattro mura bianche e una grande finestra che da sul mare. La luce è accecante. E pensi che è bellissima. La playstation ci starebbe benissimo. Corri in quella vecchia, vedi la muffa negli angoli, qualche crepa segno del passato, la senti piccola, ti sembra di soffocarci. Come si fa ad abbandonarla però? Fa parte di te. Ogni minima imperfezione ce l'hai dentro, stampata nel cuore. E se quell'altra nascondesse insidie e delusioni? La finestra andrà tenuta pulita, e costerà fatica. Potrebbe addirittura distrarti dallo studio; le sciarpe del Milan c'è il rischio che non ci stiano bene, la televisione dovrà essere nuova e piatta. Chi te lo fa fare di lasciare questa, in fondo? E poi compare una vocina, che ha il volto di una persona a cui vuoi bene, e ti dice "dobbiamo chiuderla questa, per te stessa soprattutto". Annuisci, pensi che forse dovresti deciderlo tu se va chiusa o no. Incosciamente però stai già facendo su le tue cose. Qualche foto, qualche poster, libri, armadio, dvd. Tutte cose che fanno parte di te. Le chiudi in uno scatolone e le porti con te. Dai un'ultima occhiata alle pareti. Sono davvero vecchie e segnate dall'usura. Hai bisogno di qualcosa di nuovo, di una nuova sfida che ti faccia migliorare come persona. Chiudi la porta. Guardi la chiave e la getti via. Gli occhi si fanno lucidi, e apri quella nuova. Mamma mia quant'è bella. La luce che viene dalla finestra ti fa asciugare gli occhi. Le cose a cui tenevi le hai comunque portate con te. Ti ricorderanno chi sei. Ti ricorderanno che è valsa la pena portarle, e ti ricorderanno anche cosa NON è valso la pena di portare. Sulla finestra c'è la prima macchia. Sacrificio,impegno, olio di gomito e stracci, ti serviranno quelli per tenerla pulita. Preoccupazioni e pentimenti no. Il sole fa capolino dalla finestra. Sai che ci saranno giorni che pioverà, e altri in cui sarà semplicemente nuvoloso, ma sei pronta. Ti godi il calore del sole e la vedi illuminata nella sua totalità. Sì, è decisamente bella questa nuova stanza.